Figlio dell’avvocato e proprietario terriero Giovanni e di Camilla Corrias di Villasor, Raoul Chareun nasce il 16 dicembre del 1889 a Cagliari. Nella città natale trascorre la giovinezza fino al 1909 quando si trasferisce con la famiglia a Padova. Fin da subito prende parte alla vita universitaria, frequenta il Caffè Pedrocchi, punto d’incontro di intellettuali, artisti e altri studenti e collabora con giornali satirici quali «Il Pedrocchino» e «Gattamelà» fin dal 1910.
Nel 1911 rifonda la rivista settimanale dal titolo «Lo Studente di Padova», per cui realizza le caricature dei personaggi del mondo accademico e di illustri intellettuali.
L’anno successivo partecipa a diverse rassegne e la sua sferzante vena umoristica viene premiata con la medaglia d’argento alla Mostra d’Arte Umoristica e di Caricatura a Treviso. Nel 1913 inizia una collaborazione con il settimanale del partito repubblicano «L’iniziativa» e nel 1914 collabora a «Numero» rivista satirica torinese per cui lavorano anche Marcello Dudovich e Enrico Sacchetti. In quell’anno realizza Eterno femminino, un gruppo di ventisei caricature delle donne più in vista di Padova e Venezia.
Nel 1915 si trasferisce a Milano e, sebbene sia stato riformato, allo scoppio della guerra segue le truppe al fronte per documentarne le azioni tramite disegni. La consacrazione della sua attività di disegnatore avviene nel 1917 con una mostra al Caffè Cova di Milano con Giuseppe Biasi ed Edina Altari, dove viene notato dall’imprenditore Umberto Notari. Questo incontro frutterà a Sinòpico uno dei suoi incarichi più prestigiosi per l’Istituto Editoriale Italiano, la realizzazione di cinquantasette cartelli che dovranno simboleggiare diverse industrie italiane.
Nel 1919 inizia la collaborazione con diverse riviste tra cui «Ardita», dove viene recensito da Margherita Sarfatti. Nel 1920 realizza le illustrazioni per la raffinata edizione di Rititì di Francesco Pastonchi edito da Treves ed espone alla Biblioteca Braidense. Negli anni successivi crescono le collaborazioni con riviste e le partecipazioni alle mostre e nel 1926 entra a far parte del gruppo Novecento.
Nel 1936 prende parte alla Biennale di Venezia, dove, da quel momento in avanti, sarà presente con regolare cadenza. Firmatario insieme a Carrà della dichiarazione del I Convegno milanese degli Intellettuali è ormai ben inserito nella società del capoluogo lombardo, continua le collaborazioni con riviste quali «Il Corriere dei Piccoli» e «L’illustrazione italiana». Dal 1945 inizia a tenere sul «Corriere lombardo» la rubrica Il Bestiario di Sinòpico. Nel 1946 illustra Le avventure di Pinocchio. Muore il 5 luglio 1949.
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